Asp Regina Margherita, sit in della Cgil Bat davanti alla Prefettura

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I sindacati: “L’atto per la nomina del commissario c’è, probabilmente in settimana sarà controfirmato da Emiliano”

Un sit in nei pressi della Prefettura in via Cialdini a Barletta per chiedere lo sblocco della vicenda che riguarda l’Asp Regina Margherita e la conseguente riapertura della struttura chiusa dal settembre del 2015 per lavori di ristrutturazione e rifunzionalizzazione, interventi che si sono conclusi nel 2018 e che sono costati una somma che si aggira intorno ai 2.600.000 euro di finanziamenti pubblici. Ma la sede di via Enrico Fermi, nonostante siano passati oltre 2000 giorni, resta inutilizzata. “Più di sette mesi fa, inoltre, ci sono state le dimissioni del presidente del Consiglio d’Amministrazione. Da allora nessuna decisione è stata presa da parte della Regione Puglia, se non l’annuncio della nomina di un nuovo commissario fatta in una riunione dall’Assessora al Welfare Rosa Barone. Per questo oggi siamo scesi in piazza”, dice il segretario generale della Cgil Bat, Biagio D’Alberto che insieme a Felice Pelagio, segretario generale dello Spi Cgil Bat, a Ileana Remini segretaria generale della Fp Cgil Bat ed al coordinatore della Camera del lavoro di Barletta, Franco Dambra, sono convinti della necessità che si debba subito “intervenire per far ripartire l’Ente e per superare lo stallo”. I sindacati parlano di un “ritardo spaventoso” che si è nel tempo accumulato e che non può perdurare, altrimenti una situazione transitoria rischia di diventare definitiva”.

Una delegazione di manifestanti, inoltre, è stata ricevuta in Prefettura: “Il Prefetto ci ha comunicato di aver appreso dall’Assessora regionale Rosa Barone che è stato predisposto un atto per la nomina del commissario e che probabilmente durante il corso di questa settimana il presidente Emiliano avrebbe controfirmato questo atto. Speriamo che a differenza del passato dove gli impegni presi a volte sono stati disattesi o comunque la tempistica non è stata quella che ci aspettavamo, restiamo guardinghi e in attesa di capire se effettivamente questo impegno venga rispettato”, fanno sapere D’Alberto, Pelagio, Remini e Dambra.

“La nostra battaglia trova ragione nel fatto che parliamo innanzitutto di una struttura che serve al territorio, considerando la fascia di popolazione anziana che va servita, e poi non possiamo non considerare gli investimenti sostanziosi che sono stati fatte che non vanno sciupati per non si sa bene quale ragione. Attendiamo risposte anche in merito alla situazione debitoria: è necessario che la Regione nella fase di ripartenza oltre al nome del commissario individui anche come superare l’impasse economico che c’è. Partire col piede giusto, a nostro avviso, significa soprattutto avere in mente l’idea di come si intenda riorganizzare tutto il sistema anche sulla base di che tipo di servizio si voglia offrire”, concludono i dirigenti sindacali.