“Qualcosa inizia a muoversi in Sanità nella nostra Regione Puglia. Dopo aver chiuso l’accordo sulle prestazioni aggiuntive per l’anno 2024 e per l’anno 2025, sia per il personale del comparto che per la dirigenza medica e sanitaria, ora si attende lo sblocco delle assunzioni nelle aziende sanitarie pubbliche, entrambi strumenti necessari per garantire adeguati livelli di assistenza sanitaria e per abbattere l’insopportabile fenomeno delle liste d’attesa”. È quanto affermano in una nota congiunta CGIL e FP CGIL di Puglia, che hanno deciso di avviare un confronto direttamente sui luoghi di lavoro con tutto il personale, a partire dai medici, continuando con gli infermieri e proseguendo con le altre professioni sanitarie. Primo appuntamento questa mattina presso l’Ospedale Di Venere a Bari, in una partecipata assemblea con il personale sanitario della struttura.
Con la delibera di giunta regionale n.1876 dello scorso 23 dicembre sono stati definiti i nuovi tetti di spesa del personale per le aziende ed enti del servizio sanitario regionale. “Risorse comunque inadeguate – denunciano Cgil e Funzione Pubblica – frutto di un Fondo Sanitario Nazionale assolutamente insufficiente a garantire i livelli di assistenza sanitaria, voluto da un governo Meloni che ha deciso di contenere la spesa sanitaria e che vedrà nei prossimi anni scendere dal 6,7% al 6,2% l’incidenza della stessa rispetto al PIL, in controtendenza rispetto a quello che accade in Europa. Bene ha fatto la Regione Puglia, unitamente all’Emilia Romagna e alla Toscana, a presentare una proposta di legge che prevede di fissare al 7,5% il livello della spesa sanitaria rispetto al PIL”.
“Le risorse previste dai nuovi tetti di spesa, unitamente al piano occupazionale 2024-2025, permetteranno l’assunzione di quasi 2.500 unità, tra medici e le altre figure professionali previste dai piani triennali del fabbisogno di personale, per cui ora le risorse ci sono, gli atti sono stati adottati, però è necessario dare una accelerata per avviare tempestivamente le procedure e consentire nel più breve tempo possibile le assunzioni, perché le aziende ormai sono al collasso. Ma restano significative le carenze di organico e il personale non può continuare a sopperire tali carenze con turni massacranti e con carichi di lavoro esorbitanti”.
Da qui il tour sui luoghi di lavoro. “Vogliamo avviare questo percorso di ascolto e di confronto per rilanciare il potenziamento della sanità pubblica e per aprire un serrato tavolo di confronto con la Regione, coinvolgendo direttamente l’Assessore alla Sanità Raffaele Piemontese e il Direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro, perché sul diritto alla salute e sulle condizioni di lavoro del personale che opera nelle aziende sanitarie non possono esserci perplessità o esitazioni”, affermano la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, e il segretario generale della e Fp Cgil Puglia, Gino Lonigro. “Vogliamo discutere di rete ospedaliera, di sanità territoriale, vogliamo esercitare il nostro ruolo di rappresentanza non solo del personale sanitario ma anche dei cittadini, dei fruitori del servizio sanitario regionale. Vogliamo capire come vengono spese le risorse pubbliche e come si possono ottimizzare, perché non è assolutamente accettabile che ci siano persone che debbano rinunciare a curarsi perché i tempi di attesa della sanità sono eccessivi e perché non possono permettersi di rivolgersi a strutture a pagamento. Non è questa la sanità che vogliamo, non è questa la sanità che i cittadini pugliesi meritano”.
Per Cgil e FP Puglia è urgente “anche avviare il tavolo di confronto regionale perché abbiamo la necessità di rendere attrattivo il posto di lavoro pubblico, troppi sono i medici, gli infermieri che abbandonano il posto pubblico per transitare nel privato o per trasferirsi in altre località dove percepiscono stipendi più remunerativi o condizioni di lavoro più accettabili. Oggi si rischia, almeno per alcune attività, di non avere candidati per ricoprire quei posti di lavoro. Le risorse ci sono e vanno spese per mantenere in piedi il nostro servizio sanitario regionale, non possono essere dirottate verso altri utilizzi. In sanità il capitale umano è una risorsa imprescindibile e noi dobbiamo assicurarci che tutte le risorse siano indirizzate sul potenziamento degli organici. La situazione è diventata insostenibile con gravi carenze di medici, infermieri, operatori socio-sanitari, tante sono le figure professionali che vanno reclutate. Per questo chiediamo l’immediata stabilizzazione di tutto quel personale precario che ha già maturato i requisiti di legge, in modo da dare stabilità ai loro rapporti di lavoro e garantire i livelli di assistenza, ma chiediamo anche il sollecito avvio dei bandi di concorso, dando concreta attuazione ai piani occupazionali già adottati, l’approvazione del regolamento sulla mobilità, in modo da permettere il rientro nel proprio luogo di residenza di tanti lavoratori che svolgono la propria attività in aziende pubbliche di altre province, la valorizzazione del personale attraverso i vari istituti economici e giuridici previsti dal CCNL, perché solo così riusciremo a rendere attrattivo il lavoro in sanità e a mantenere in piedi un servizio che è il fondamento su cui poggia il diritto alla salute per l’intera comunità pugliese e non solo. Per questo vigileremo e ci accerteremo che tutte le risorse messe a disposizione per la spesa del personale siano stanziate a tale titolo.
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