Il nucleo di vigilanza ambientale sotto attacco

È da qualche tempo che impazza una campagna mediatica che sta colpendo in modo indegno i lavoratori del Nucleo di Vigilanza Ambientale della Regione Puglia. Un Nucleo voluto dalla l. 56/2014, nato dalle unità soprannumerarie della polizia provinciale ceduto dalle ex province, assimilate dalla regione per fargli effettuare le funzioni di controllo.
Personale che, transitato all’ente Regione Puglia, ha operato nella più stretta legalità, secondo specifiche disposizioni legislative e regolamentari, continuando a svolgere le stesse funzioni di controllo del territorio, vigilanza faunistico-venatoria.
In passato, in un excursus piuttosto faticoso seguito alla l.r. 37/2015, il Ministero dell’Interno si era espresso positivamente riguardo il mantenimento delle qualifiche di pubblica sicurezza al personale di vigilanza succitato. Posizione confermata e suffragata dalle Prefetture della regione Puglia ma rivisitata dall’intervento del Ministero dell’Interno del recente maggio scorso.
Ministero che, seppure il quadro normativo consentisse l’esercizio delle funzioni succitate a questo personale, all’entrata in vigore del regolamento regionale pugliese del NVA n.21/2019 è intervenuto, poiché tale regolamento fa intravvedere che si sia costituito un corpo di polizia regionale ma non è esattamente così.
Un intervento che a seguito dell’entrata in vigore del r.r. n.21/2019 rivede quanto dichiarato nei pareri precedenti. Del resto gli addetti esercitano legittimamente le loro funzioni, dotati di qualifiche di pubblica sicurezza, di cui sono in possesso e mai revocate e quindi praticano la loro attività in piena regola.
Inoltre, la vigente normativa prevede l’assegnazione delle armi e gli operatori ne sono in possesso a pieno titolo. Secondo le scriventi, dunque, non c’è eccezione che tenga.
Pertanto, proprio per il fatto che l’azione esercitata da questo corpo è stata apprezzata anche al di fuori dei confini pugliesi, queste regioni hanno proceduto in simmetria.
Siamo convinti, dunque, forti dei pareri pregressi e dell’attività assolutamente rispettosa della norma, esercitata da questi operatori, che il confronto istituzionale tra Regione e Prefettura, sarà avulso dall’arretrare nella tutela dei valori ambientali, garantiti dalla nostra Costituzione, e si risolverà nel riconoscimento di una dignità professionale di questi lavoratori, che nella prospettiva del passaggio in regione ci hanno creduto. E che non possono diventare ostaggio di interpretazioni, se non vittime di una legge, la fantomatica legge Del Rio, prodoma di cambiamenti che non sono mai stati attuati.
Una vittimizzazione secondaria che sembra non avere mai fine.
Le scriventi OO.SS., all’indomani della notizia che ha scagliato il personale, umiliandolo, in prima pagina, hanno inviato una nota per ripristinare una verità su questi lavoratori, indegnamente oscurata dalla stampa, e si sono preoccupate di chiedere un’audizione alla V Commissione Consiliare della Regione Puglia per capire la prospettiva e l’utilizzazione prossima di questo personale, dotato di competenze e qualità validamente utilizzate dalla regione, su cui ancora attendono risposta.  Il silenzio della politica e della parte pubblica non ci può vedere complici.
Non lo abbiamo fatto dal 2016, in cui abbiamo affiancato i lavoratori per fargli esercitare validamente le loro competenze e le funzioni loro assegnate, a maggior ragione non lo faremo ora, alla luce del fatto che se qualcuno ha sbagliato, se ci sono colpe da ricercare e da attribuire, queste di certo non riguardano i lavoratori.

FP CGIL

Tomaselli/Barnabà

CISL FP

Giannini/Stellacci

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